Teatro

Roma, nuova luce per il Teatro Olimpico

Roma, nuova luce per il Teatro Olimpico

Dopo venticinque anni il Teatro Olimpico si rinnova. L’occasione per alzare il sipario sulla nuova luce della triade sala, foyer e bar sarà rappresentata dall’anteprima di stasera ‘Pasiones – Tango y musical’. Uno spettacolo in cui Erica Boaglio, Adrian Aragon e la sua compagnia porteranno in scena, sui ritmi del tango, il mito del maschio conquistatore e della femmina seduttrice contaminato dai sogni e le miserie della terra argentina. Sei mesi di lavori, determinante il contributo della Regione Lazio, il progetto di ristrutturazione è firmato da un team al femminile. Obiettivo degli architetti Francesca Argentero, Barbara Deledda, Carlotta Montefoschi e Martina Murzi è stato quello di riportare in luce le linee del progetto tardo-razionalista della fine anni ’30. Via, dunque, i controsoffitti dell’intervento fine anni’80 per ridare il primo piano all’ordine gigante originario. Un effetto monumentale rafforzato visivamente dal bianco, nero e legno dei materiali. ‘’Nell’atrio sono stati recuperati – racconta Barbara Deledda - i grandi scivoli delle pareti laterali, nel foyer le semicolonne che scandiscono la rotonda, con il ripristino dell’affaccio della galleria, mentre nel bar si è puntato sui finestroni e le aperture a tutta altezza con vista su Villa Madama’’. L’illuminazione ha rappresentato una scelta strategica per dare continuità e arricchimento alla spazialità razionalista. ‘’Nel bar e nel foyer spiccano grandi paralumi in lycra e lampade Flower Pot in alluminio bianco, firmate dal designer danese Verner Panton’’. Nuova luce anche per la sala sempre all’insegna del bianco, nero e legno. Parquet in rovere al posto della moquette, poltrone rinnovate, valorizzazione della zoccolatura in travertino, sovrastata da pannelli bianchi in materiale fonoassorbente per migliorare l’acustica. ‘’Sono state ripristinate le fasce luminose nel boccascena – spiega l’architetto - mentre in galleria abbiamo progettato dei tagli luminosi proprio per segnare una continuità tra il sopra e il sotto’’. Al di là degli elementi architettonici, particolare fascino assume il nuovo allestimento del ‘tesoro’ del Teatro nei corridoi che abbracciano la platea. Dai magazzini e dagli angoli bui, riemergono così le ‘Canne d’organo’ del coro firmato tre anni fa da Arnaldo Pomodoro, quello di Mirko in lamina d’ottone o la tela di Giacomo Manzù. Ma il pezzo forte è rappresentato dal coro, in lamina di rame, con i costumi ideati da Corrado Cagli per la Messa di Igor Strawinsky del 1975 e realizzati dalla Sartoria Tirelli, con tanto di etichetta originale sul retro. Non resta che alzare il sipario. Rigorosamente rosso e unico elemento passato indenne al restyling dei colori. D’altronde, i dirigenti del Teatro su questo non hanno accettato trattative: ‘’Il sipario rosso fa teatro’’.